1443001103458.jpg--caminetti_e_sicurezza__3_motivi_per_pulire_la_canna_fumariaCam-caminì Cam-caminì…”, figura romantica, lo spazzacamino. Un mestiere che un tempo sfamava orfani e mendicanti, oggi si è naturalmente evoluto e impiega tecniche ben più all’avanguardia, che non quelle raffigurate nella celebre pellicola di Mary Poppins. Lo spazzacamino moderno ha abbandonato la sua vecchia cassetta degli attrezzi e fa volentieri a meno di calarsi giù per una fuligginosa canna fumaria, tuttavia anche nel mondo moderno – sempre affezionato all’idea del caminetto attorno al quale riunire amici e familiari – l’arte di pulire i condotti di sfogo degli impianti di riscaldamento non ha certo smarrito la propria indispensabile funzione. Anzi.

Proprio perché le canne necessarie all’evacuazione dei fumi sono per lo più invisibili ai nostri occhi, un programma di periodica e professionale manutenzione è quanto mai indispensabile. Pena, il rischio di incorrere in antipatici (per non dire di peggio) inconvenienti. Con la stagione fredda che si avvicina e i camini di molte abitazioni pronti per essere nuovamente alimentati con legna di prima qualità, non esiste momento migliore per dedicare al proprio focolare l’attenzione che merita. 

Cimentarsi in un’operazione delicata come quella della pulizia di una canna fumaria richiede innanzitutto perizia ed esperienza. Al bando il fai-da-te, molto meglio affidarsi a personale specializzato e abbandonare la tentazione di avventurarsi in solitaria lungo percorsi inesplorati. Solo un professionista possiede infatti la strumentazione necessaria per effettuare un lavoro ad opera d’arte, senza graffiare le pareti in acciaio della conduttura e al tempo stesso verificando, attraverso apposita video-ispezione, l’eventuale presenza di corpi estranei.

Ma perché riservare semplice e naturale? Le ragioni sono molteplici. Breve parentesi tecnica: è risaputo che i combustibili solidi, come ad esempio la legna, quando bruciano producono polveri, acidi, ceneri e sostanze catramose. L’insieme di queste materie viene aspirato dalla canna fumaria stessa, dove si depositano in gran parte sotto forma di fuliggine. Quando il deposito di fuliggine è eccessivo, si genera uno strato di spessore che riduce la capacità aspirazione della canna, riducendone perciò il diametro. Conseguenza estrema di questo stato di cose può essere l’ostruzione totale della canna fumaria, specialmente nelle sue eventuali parti ricurve. E il rischio di danni a cose e persone che cresce a dismisura.

Ecco quindi i tre motivi principali per i quali vale la pena curare il camino alla stregua di un qualsiasi membro della famiglia.

Rischio incidenti.

Il risanamento, la pulizia e il controllo programmato delle canne fumarie eliminano le probabilità di incidenti da corrosione, o – peggio ancora – di guai dovuti a ritorno del monossido di carbonio, sostanza altamente tossica per gli inquilini. Se pareti e guarnizioni oltrepassano la soglia di usura, inoltre, si può persino andare incontro all’incendio dell’abitazione.

Risparmio energetico.

Una manutenzione ordinaria e la messa a norma della canna fumaria ripristinano il corretto tiraggio ed evitano l’aumento di consumo di combustibile, inconveniente che al contrario si materializzerà sicuramente in presenza di un impianto sporco o non completamente idoneo.

Salvaguardia dell’ambiente.

Il controllo dei tiraggi e delle combustioni diminuiscono in maniera sostanziale le emissioni nocive nell’atmosfera e le ricadute di particole incombuste nell’ambiente circostante, con benefici così per la salubrità dell’aria e la salute degli individui che vi entrano a contatto.

Per godersi il caminetto e mettersi al riparo da imprevisti di ogni sorta, la manutenzione costante è in definitiva il fattore determinante. Non prima, ovviamente, della scelta di un prodotto di alta qualità e della successiva installazione per opera di personale certificato.

 

Fonte: Gazzetta di Parma

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