Un recente pronunciamento del TAR della Campania ha ribadito un principio importante: la pubblica amministrazione ha il dovere di intervenire quando la sicurezza dei cittadini è a rischio. Il caso, che ha coinvolto un condominio ad Aversa, evidenzia le responsabilità del Comune nel far rispettare le proprie ordinanze, soprattutto quando si tratta di pericoli reali legati agli impianti domestici.

Il caso: una canna fumaria irregolare diventa una minaccia

Tutto è iniziato con un’anomalia tecnica riscontrata in un edificio: una canna fumaria collegata a un termocamino, installata nel vano ascensore, ha causato un forte surriscaldamento, tanto da compromettere l’utilizzo dell’impianto elevatore e destare allarme tra i residenti. I Vigili del Fuoco sono intervenuti più volte, segnalando la violazione delle normative antincendio. Le autorità comunali, preso atto del rischio, hanno emesso un’ordinanza per imporre la messa in sicurezza dell’impianto.

L’inerzia dell’amministrazione: cosa succede quando il Comune non agisce

Nonostante l’urgenza della situazione e l’ordinanza sindacale, nulla è stato fatto. L’amministrazione è rimasta silente anche dopo la diffida da parte di una residente che si sentiva direttamente minacciata dal problema. In casi simili, si parla giuridicamente di silenzio inadempimento: l’obbligo dell’amministrazione di concludere un procedimento con un atto formale viene disatteso senza alcuna motivazione.

Questo comportamento, oltre ad essere irregolare, può avere gravi conseguenze sul piano pratico, lasciando irrisolti problemi che mettono a rischio la sicurezza delle persone.

Il ruolo del TAR: far valere i diritti dei cittadini

A fronte dell’inerzia dell’amministrazione, la cittadina ha deciso di agire legalmente, rivolgendosi al Tribunale Amministrativo Regionale. Il TAR, con la sentenza n. 2697/2025, ha accolto il ricorso, riconoscendo il diritto della residente a ottenere un intervento e imponendo al Comune di procedere con l’esecuzione forzata dell’ordinanza.

Il Tribunale ha chiarito che l’amministrazione non solo poteva, ma doveva intervenire in via sostitutiva, anche senza ulteriori sollecitazioni, in nome della tutela della sicurezza pubblica.

Ordinanze urgenti e obblighi comunali: cosa dice la legge

Il provvedimento comunale era stato adottato ai sensi dell’art. 54 del Testo Unico degli Enti Locali, che conferisce al Sindaco poteri speciali in situazioni di emergenza. Se il destinatario dell’ordinanza non si adegua, la legge prevede che il Comune possa eseguire i lavori d’ufficio, addebitandone i costi.

Nel caso in esame, tutte le condizioni per l’esecuzione in danno erano presenti: la pericolosità era stata accertata da enti tecnici e dalla Polizia Municipale, l’ordinanza era stata notificata regolarmente, ma nonostante ciò l’amministrazione ha omesso di agire.

Un precedente importante per chi si sente abbandonato

Questa sentenza stabilisce un principio rilevante: di fronte a un pericolo concreto per la collettività, la pubblica amministrazione non può voltarsi dall’altra parte. Il ricorso è stato accolto, e in caso di ulteriore mancato intervento, il Prefetto potrà nominare un commissario per eseguire quanto previsto.

Un messaggio forte per tutti i cittadini: la sicurezza non può essere ignorata e, se necessario, è possibile ottenere giustizia anche contro l’inerzia delle istituzioni.

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