Dal 3 luglio 2024 è ufficialmente in vigore il decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che definisce i criteri per identificare le superfici e le aree idonee all’installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili. L’obiettivo? Raggiungere 80 GW di nuova potenza rinnovabile entro il 2030, in linea con il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) e i target europei del pacchetto “Fit for 55” e “Repower EU”.

Una mappa energetica condivisa tra Stato e Regioni

Il decreto stabilisce la ripartizione degli obiettivi tra Regioni e Province Autonome, che avranno il compito di individuare le zone dove sarà possibile accelerare lo sviluppo di impianti rinnovabili. Si distinguono tre tipologie di aree:

  • Idonee: accesso semplificato alle autorizzazioni, iter più snelli;
  • Non idonee: aree con vincoli ambientali, culturali o paesaggistici incompatibili con le installazioni;
  • Ordinarie: aree soggette ai procedimenti autorizzativi standard.

Particolare attenzione è posta sulle aree agricole, dove l’installazione di impianti fotovoltaici con moduli a terra sarà vietata, salvo eccezioni specifiche.


Obiettivi regionali e monitoraggio

Ogni regione dovrà contribuire al raggiungimento dell’obiettivo nazionale con un proprio target di nuova potenza installata, dettagliato in un’apposita tabella allegata al decreto. Rientrano nel computo:

  • nuovi impianti entrati in esercizio dal 2021;
  • potenziamenti e riattivazioni;
  • impianti offshore collegati alla rete della regione.

Per garantire il rispetto degli impegni, sarà attivato un sistema di monitoraggio centralizzato coordinato dal Ministero, con il supporto di GSE e RSE. È prevista anche l’operatività di un Osservatorio nazionale per facilitare il dialogo tra istituzioni e proporre eventuali correttivi.


Linee guida per l’individuazione delle aree

Le Regioni, entro 180 giorni dall’entrata in vigore del decreto, dovranno adottare una legge che definisca le aree secondo principi comuni. Tra i criteri prioritari:

  • valorizzazione di aree già edificate o industriali;
  • rispetto dei vincoli ambientali e culturali;
  • coerenza con la domanda elettrica e con la disponibilità della rete;
  • esclusione delle aree sottoposte a tutela paesaggistica e culturale, con possibilità di stabilire fasce di rispetto fino a 7 km in base al tipo di impianto.

Inoltre, le Regioni potranno avvalersi di una piattaforma digitale nazionale per l’individuazione e la classificazione delle superfici.


Inadempienze e poteri sostitutivi

Nel caso in cui una Regione non rispetti i termini previsti per l’adozione delle misure richieste, il Ministero potrà proporre interventi sostitutivi al Consiglio dei Ministri per garantire l’attuazione uniforme degli obiettivi.


Regioni a statuto speciale

Per le Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano, valgono le disposizioni previste dai rispettivi statuti e norme di attuazione.


Verso una pianificazione più chiara e trasparente

Il nuovo decreto rappresenta un passo decisivo verso una pianificazione più efficiente e coordinata dello sviluppo delle rinnovabili in Italia. La chiarezza nella classificazione delle aree, unita a iter autorizzativi più semplici e a un monitoraggio costante, punta a sbloccare gli investimenti e a favorire una transizione energetica sostenibile su tutto il territorio nazionale.

 

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